FABIO CANNAVARO (luglio 2006)
Una storia anagrammatica
Come accade a tutti i bambini (anche a quelli napoletani), da piccolo Fabio Cannavaro viene mandato a scuola. Ma non è che gli piaccia. Col vecchio pallottoliere (l’”abaco” dei sillabari ) non ha troppa familiarità: impara infatti a contare solo fino a novanta, più recupero.
ABACO NO…..FRANAVI
Guardandogli i quaderni, la sua maestra si avvilisce: i compiti sono fatti con i piedi. E’ un’indicazione preziosa, ma né lei, né i genitori di Fabio sanno coglierla. Perciò gli suggeriscono di dedicarsi a un’attività manuale, o di cercarsi il classico “posto”.
ORAFO…VA’ IN BANCA…
Ma Fabio sa benissimo cosa fare. Quando comincia a tirare calci ad un pallone, si dimostra subito all’altezza. Pur non avendone tanta. Oltre che abilissimo, sul campo si dimostra pure furbo come una volpe, o giù di lì.
BRAVO, ANCO FAINA
Della carriera calcistica di Fabio Cannavaro sappiamo tutti tutto. Dal Napoli al Parma, all’Inter, e poi alla Juventus. Dopo la conquista del titolo mondiale e del Pallone d’Oro, tutti lo vogliono. I ricchissimi Emiri se lo mangiano con gli occhi…
ARABI FANNO COVA…
Lui però, furbo com’è, aspetta. Non ha alcuna intenzione di andarsene nel deserto, almeno per ora. La Spagna lo attira molto, e l’attrazione è reciproca. Il dilemma è il solito: Real Madrid o Barcellona?
VA A BARÇA? NO! FINO (?)…
Se sia stato fino, o no, a scegliere il Real di Capello, lo dirà il tempo. La cosa non conta molto per i tifosi del Napoli, ai quali interessa soltanto questo: che venga a chiudere la sua strepitosa carriera nel Napoli.
Ci verrà, sì o no?
Ancora una volta, l’anagramma del nome e cognome di Fabio Cannavaro ci dice tutto: la sua decisione, il momento in cui verrà presa, e in più, quello che un napoletano verace (e vorace) come lui pensa dell’odiata serie B:
ORA NO: B, VAI A FANC….!