AURELIO DE LAURENTIIS (settembre 2006)

Una storia anagrammatica

Aurelio De Laurentiis, famoso produttore cinematografico, non si era mai occupato di calcio. Fino a che un bel giorno, anzi una bella notte, fu il calcio ad occuparsi di lui.

Quella notte Aurelio sognò una superficie vasta, azzurrissima. Su di essa, a lettere bianche, c’era scritto il suo nome: AURELIO DE LAURENTIIS.

Ad un tratto le lettere che lo componevano presero vita, e cominciarono a scambiarsi di posto. Davanti ai suoi occhi (chiusi: era un sogno) apparve questo strano  anagramma del suo nome e cognome:

E LI’ USERAI IL TUO DENAR.

Da uomo pratico, pur dentro il sogno Aurelio si chiese: lì dove? Se quello sfondo azzurro rappresentava il cielo, avrebbe investito in una compagnia aerea. O forse tutto quel blu era il mare, e quindi doveva metter su una flotta?

Aurelio De Laurentiis non si dimenticava mai di essere uomo di cinema. Nemmeno quando dormiva. Perciò, sempre nel sogno, allargò l’inquadratura, e scoprì che quel bellissimo fondale azzurro non era né il cielo, né il mare: era un maglia azzurra.

Ad occhi chiusi, Aurelio sorrise. Lui a Napoli c’era quasi nato, e il Napoli lo amava da sempre. E da sempre, diventarne il presidente era il suo sogno.

Il messaggio del suo inconscio era chiaro: doveva puntare sul Napoli.

E così fece. Quando divenne presidente del Napoli Soccer, era l’agosto del 2004.

A buon imprenditor, poche parole. Il giorno in cui incontrò Pierpaolo Marino, per offrirgli l’incarico di  direttore generale del Napoli, in poche battute si rese conto che era di un’altra categoria: come lui, del resto.

LUI ED IO: UN’ALTRA SERIE…

Purtroppo, era effettivamente in un’altra serie che si trovava il Napoli: la serie C.

OK, si parte. La stagione 2004-2005 prende il via. Ma è una via disagevole: una strada in salita. All’inizio, il Napoli non ha buona Ventura. E i tifosi non risparmiano a De Laurentiis commenti beffardi e irriguardosi.

E’ A LUI DERISIONE ULTRA’.

Lui se la prende: la responsabilità di cambiare rotta, ovviamente. Al momento di decidere chi sostituirà Ventura, Aurelio esclama:

(H*)O UN’ILLUSTRE IDEA: REIA!

*(L’acca è muta, pertanto non la dice).

Alla lunga, il nuovo allenatore SI rivelerà unA mossa vincente. Ma non subito: al Napoli toccherà un altro anno d’inferno, la C, prima di approdare finalmente al purgatorio: la serie B.

Il precampionato 2006-2007  è (s)folgorante: in Coppa Italia il Napoli butta fuori l’odiata Juventus. L’entusiasmo è alle stelle, ma le notti del presidente sono agitate. Continua a ripetersi:

SERIE A ORA? T’ILLUDI, E’ UN…

Un sogno? Aurelio  non teme di deludere se stesso, ma i tifosi. Che credono nella promozione. La risposta ai suoi dubbi la trova ancora una volta nell’anagramma del suo nome e cognome:

SERIE A, TU ILLUDERAI? NO!

E allora forza, ragazzi. Andate in campo, e fatevi valere. Tutta la città vi spinge, un cuore azzurro batte nei nostri petti. Allo stadio, il Presidente è il primo a scattare in piedi, a protestare contro ogni decisione contraria al Napoli. In tribuna d’onore, chi sta dietro di lui è costretto a gridargli:

SIEDI, AURELIO URLANTE!

E i tifosi? Il tifosi lo seguono. Gli sono grati per aver capito – lui, esperto di cinema, la settima arte – che il calcio, nonostante si giochi con gli arti inferiori, non è un’arte inferiore. E si fidano di lui, perché un altro dei suoi anagrammi recita:

LODE: UNIRSI A LUI  E’ ARTE!

E infine: se nemmeno uno di questi anagrammi di Aurelio De Laurentiis  è riuscito a convincervi a schierarvi al suo fianco, siamo certi che vi basterà l’ultimo:

E SI’, UNITI AD URLARE “OLE’ “ !  

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